Come cercare investitori per la tua startup: la Guida Completa

Categoria: Startup
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Investire in una  startup innovativa a vocazione sociale significa investire nel futuro, in un progetto che potrebbe risolvere un determinato problema ma di cui soprattutto non si conosce il possibile successo sul mercato.

Dunque trovare investitori disposti a finanziare la vostra idea non è affatto semplice, ma per questo motivo non dovete disperare.

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Cosa cercano gli investitori delle startup

Per aumentare le chance di un contatto positivo con un investitore è bene prima sapere cosa ricerca quest’ultimo in una startup.

La logica dei finanziatori è assimilabile, con le giuste proporzioni, a quelle  di uno scommettitore. Il finanziatore scommette a tutti gli effetti sul futuro successo della startup, guadagnando tramite ciò che viene definito capital gain, ovvero la differenza tra il prezzo di vendita/rimborso di uno strumento finanziario (es.azioni, obbligazioni ecc..) e il suo prezzo di acquisto/sottoscrizione.

Si ha dunque un Capital Gain quando si vende l’azione ad un prezzo superiore a quello di acquisto.

Oltre ai meri aspetti finanziari, tre caratteristiche fondamentali ricercate da un investitore in fase di valutazione di una startup sono la disciplina e la compattezza del team, il grado di innovazione dell’idea progettuale e il mercato potenziale di riferimento di quest’ultima.

Quali investitori esistono per le startup?

Fondamentale sottolineare che non tutti gli investitori sono uguali e che ciascuno avrà caratteristiche e soprattutto richieste differenti.

1.Banche

Rappresentano la fonte principale di fondi per le nuove imprese.

La loro disponibilità al finanziamento del progetto avviene in base all’analisi della validità dell’idea imprenditoriale, al business plan presentato e soprattutto dalle possibili garanzie di cui il richiedente può disporre.

Gli istituti di credito cercano infatti di ridurre al minimo il rischio imprenditoriale nei confronti delle startup.

A tal fine viene utilizzato un metodo di valutazione del rating, ciò significa che il prezzo del credito bancario diventa direttamente proporzionale al rischio di insolvenza. La banca attribuisce un merito creditizio al richiedente che va da AAA (sicurezza elevata) fino a C (rischio molto elevato).

2.Business Angel

Il Business Angel si può definire come un soggetto privato (finanziatore, investitore, ex manager), con elevate competenze gestionali e disponibilità di capitali, che decide di partecipare alla realizzazione di un progetto d’impresa ritenuto interessante e profittevole per i propri capitali.

Le caratteristiche principali di un business angel sono:

 

  • Un passato manageriale o imprenditoriale;
  • tendenza ad investire meno del 20% del proprio patrimonio;
  • la volontà di mantenere un investimento per un massimo di 5 anni
  • un investimento medio che si aggira intorno ai 200.000 euro;
  • La tendenza a puntare sul mercato locale per avere un ruolo attivo e per monitorare l’investimento.
Nel 2020 gli investimenti dei Business Angel in Italia si sono attestati intorno ai 51 milioni di euro (fonte Network Digital 360).

3.Venture Capital

Il venture capital è una forma di investimento di medio-lungo termine in imprese non quotate ad alto potenziale di sviluppo e crescita (high grow companies) che si trovano nella fase di start up, effettuata prevalentemente da investitori istituzionali con l’obiettivo di ottenere un consistente guadagno in conto capitale dalla vendita della partecipazione acquisita o dalla quotazione in borsa (definizione della Borsa Italiana).

A differenza di un Business Angel, che investe capitali personali, un fondo di Venture Capital ha a sua volta degli investitori (denominati Limited Partners o LP’s) che solitamente sono soggetti professionali (Fondi Pensione, Fondazioni, Banche, etc) ai quali deve garantire rendimenti con moltiplicatori elevati, dovuti al rischio rilevante che si assumono.

4. Finanziamenti pubblici agevolati

Rappresentano fonti di finanziamento alternative dato che permettono di recuperare parte delle risorse finanziarie per avviare la neoimpresa.

Chi intende ricorrere alle agevolazioni può farlo solamente dopo aver messo a disposizione una parte del capitale che viene richiesto dal bando stesso. Non esiste di fatto alcuna legge che preveda la copertura integrale delle spese di avviamento di una nuova impresa.

Dunque è necessario anticipare le spese iniziali e non c’è inoltre certezza sui tempi di erogazione, di solito intorno ai 3 mesi.

Le forme finanziarie a disposizione di uno startupper sono molteplici e con modalità di accesso variegate, per questo motivo sarà molto importante individuare quelle più idonee per la propria idea imprenditoriale.

Tra le modalità di accesso più importanti si possono riportare:

 

  • dimensione dell’impresa;
  • ubicazione dell’impresa;
  • settore di attività;
  • compagine sociale;
  • business plan;
  • misura di agevolazione;
  • spese ammissibili

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5.Crowdfunding 

Rappresenta una forma di finanziamento che si basa sull’ottenere piccole quantità di denaro da un ampio gruppo di individui per realizzare un progetto o un’idea imprenditoriale.

È una forma di finanziamento in grande crescita in Italia negli ultimi 5 anni.

La differenza cruciale tra crowdfunding e finanziamento tradizionale è che la raccolta fondi classica si basa sulla richiesta di una grande somma di denaro a un’unica fonte, mentre il crowdfunding consiste nella richiesta di piccole somme da molti soggetti.

I “finanziatori” del progetto  possono ricevere di incentivi molto interessanti in cambio del loro sostegno come ad esempio:

 

  • Adottare per primi un prodotto innovativo (early adopter);
  • la possibilità di preordinare un prodotto;
  • possibilità di avere uno sconto anticipato o un prodotto omaggio al momento del lancio;
  • quote societarie nella fase iniziale o avanzata di un’azienda con un alto potenziale (equity crowdfunding).

 

Ogni piattaforma di crowdfunding ha le sue specificità, riassumibili in tariffe diverse e bacini di utenza diversi. Tuttavia  le modalità operative che una startup deve seguire sono le stesse per tutte: si invia il progetto alla piattaforma con un obiettivo di raccolta fondi e una scadenza, e in ultimo, successivamente a screening e colloqui positivi con i responsabili della piattaforma, parte la campagna di supporto online.

Le piattaforme di crowdfunding sono soluzioni di finanziamento interessanti per le startup essenzialmente per due motivi: la possibilità di definire e raggiungere il proprio obiettivo di finanziamento in un arco temporale ben definito (di solito di c.a 60-90 giorni), ma soprattutto la possibilità di trasformare l’effetto a catena di un pubblico di piccoli investitori che si trasformano in supporter e ambassador del Brand, diffondendo un messaggio di fiducia e interesse che aumenta il valore della società.

 

Cosa deve fare uno startupper per farsi trovare pronto dagli investitori

 

1- Avere un cronoprogramma delle attività ben definito. Il business plan risulta inutile se non è seguito da una road map precisa di esecuzione del progetto.

2- Un buon Business Plan. Un business plan preciso e puntuale è sempre un buon biglietto da visita.

3- Un team disciplinato. Qualsiasi investitore valuterà il team sulla base della compattezza, motivazione e interdisciplinarietà.

4- Fare networking. Passaparola, eventi, hackathon webinar ecc…Se fare networking è importante più o meno per tutti, per gli startupper lo è ancora di più.

 

Come cercare investitori per la tua startup

Oltre alla propria rete di conoscenze, al passaparola e alle occasioni per fare networking, il web offre numerose soluzioni per entrare in contatto e trovare investitori per una startup.

In Italia esistono numerose realtà in grado di mettere in contatto le startup con i possibili investitori.

Le prime sono quelle relative a incubatori e acceleratori certificati, enti che possiamo definire intermedi in quanto non dispongono “internamente” di investitori ma hanno stretti legami con essi e possono dunque fare da tramite qualora l’idea dovesse rivelarsi particolarmente interessante.

Le seconde realtà riguardano invece dei veri e propri Business Angel Network, ovvero dei veri e propri punti d’incontro tra investitori e imprenditori.

Alcuni esempi sono l’IBAN (Italian Business Angel Network) che raccoglie i business angel territoriali in alcune regioni italiane e l’EBAN (European Business Angel Network).

Infine esistono dei gruppi di investitori indipendenti, riuniti per condividere le proprie reti e i propri know how come ad esempio lo IAG, l’Italian Angels for Growth, che ad oggi è a tutti gli effetti il più grande network di business angels italiano.

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