Il gioco d’azzardo è consumo sostenibile?

Categoria: News sostenibili
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di Valentino Bobbio

Sapete che cosa diceva Marx? Marx diceva che i soldi bisogna prenderli dove sono: dai poveri che sono tanti.
Indovinello: ma quale Marx era? Karl, il comunista? Il Cardinale Reinhard Marx? Oppure Groucho Marx? Il terzo! Indovinato!!!
Groucho Marx ci ricorda che Robin Hood si sbagliava, ed infatti in alcune narrazioni Robin Hood finisce male.
Perché prendere i soldi ai poveri? Non soltanto sono tanti, ma non sanno difendersi, altrimenti forse non sarebbero poveri.

Ecco, in questa società ossessionata dal profitto e post marxista ci sono ancora delle vere organizzazioni marxiane, ma soltanto groucho-marxiane: sono le società che promuovono e gestiscono il gioco d’azzardo! Queste imprese hanno capito bene dove si possono prendere i soldi: dai poveri; secondo una ricerca del 2011 il 55% dei giocatori è nullatenente. I poveri sono derubati da queste aziende ben tre volte:

  • la prima spogliandoli dopo averli circuiti ed illusi con offerte allettanti: “ti offro un bonus per giocare”; “provare a giocare non ti costa niente!”. Tanto poi una volta catturato nella rete spenderai tutto, anche ben più di quello che possiedi. Prenderai prestiti che non potrai restituire, venderai i tuoi beni, rovinerai la tua famiglia e le tue relazioni, distruggerai la tua vita, ma arricchirai le società del gioco d’azzardo. Aziende che non producono alcun valore, ma solo derubano e portano via ai poveri, agli indifesi, a quelli che non hanno altra speranza nella vita che vincere al gioco…
  • la seconda perché distolgono risorse dai servizi sociali, che sono tra le poche risorse per i poveri; non solo sovente non pagano le tasse dovute, ed accedono a sconti e transazioni, mentre un cittadino comune deve pagare tutte le tasse, ma sovraccaricano i servizi sociali di gente resa più disperata perché ha perso tutto;
  • ed una terza perché rubano ai poveri l’impegno e la speranza, e contribuiscono a distorcerne l’approccio alla vita: il successo non è più frutto dell’impegno, dello studio, di un lavoro fatto con responsabilità e dedizione, ma di colpi di fortuna, del caso, dell’intervento della dea bendata. Se è possibile fare una classifica degli orrori, tale corruzione profonda delle persone, è la più grave perché cambia e perverte profondamente la visione e le fonti di speranza della nostra società, e tutti ne diventiamo vittime, ne usciamo un po’ trasformati in peggio.

Ma allora perché giocano? Alcuni giocatori si domandano: “E se questa fosse la volta buona che vinco e che mi sistemo?” Ma nel gioco d’azzardo, per la legge dei grandi numeri è matematicamente certo che nel medio termine vince sempre il banco; più si gioca e più si perde, e più guadagna il banco! Diceva Einaudi che il gioco d’azzardo è una tassa volontaria (ed a carico dei più disperati, mentre i più benestanti eludono tranquillamente con cognizione di causa aiutati dai professionisti); e a Napoli dicono che è “la tassa dei fessi”, una tassa pesantemente regressiva.

Il gioco d’azzardo non aggiunge nulla al benessere della società, non sviluppa capacità o competenze nelle persone, ma sposta denaro guadagnato con enorme fatica e sofferenza dai poveri verso tasche, spesso occulte, di società i cui reali proprietari restano sovente nascosti: una vera operazione di Robin Hood al contrario.
Che fare? L’ideale sarebbe impedire per legge il gioco d’azzardo, come era in Italia sostanzialmente fino al 2001 (autorizzazione dei Bingo) ed al 2011 (ulteriore liberalizzazione) e come è ancora in altri Paesi europei. Con tale liberalizzazione l’Italia è diventata il più grande mercato europeo del gioco d’azzardo ed uno dei primi al mondo.

La Commissione europea è molto preoccupata per la crescita del gioco d’azzardo; a seguito del Libro verde del marzo 2011 sul gioco d’azzardo online nel mercato interno, ha emesso il 23 ottobre 2012 una Raccomandazione perché gli Stati membri rendano obbligatoria ai giocatori l’informazione sui rischi del gioco e tutelino i minori.
Che cosa possiamo fare? Bisognerebbe regolamentare meglio il settore, rendendo più difficile e complesso giocare, ed inoltre contenere e perseguire i giochi online, controllando e filtrando i siti che li propongono. Certo, l’interconnessione in rete rende facile collegarsi a siti di gioco di altri Paesi, egualmente capaci di prosciugare comunque le tasche delle persone deboli così bene maleducate dalle nostre aziende.

Ma che cosa possiamo fare noi oggi? Comunque possiamo:

  1. intervenire sulla cultura, formando e sensibilizzando le persone ad un approccio di vita fondato sull’impegno responsabile, sulla solidarietà, sulla giustizia sociale contro il mito del colpo di fortuna. E di questo dobbiamo ragionare in tutte le sedi con i giovani e sviluppare programmi di educazione ad un uso responsabile del denaro.
  2. Creare un movimento sociale di opposizione a partire da associazioni e organizzazioni responsabili; insieme ad un centinaio di organizzazioni, NeXt ha partecipato attivamente alla preparazione ed attivazione di un particolare tipo di Mob etici, gli Slot mob. Insieme abbiamo realizzato in due anni 140 Slot Mob in oltre 100 città italiane. Con gli Slot Mob abbiamo voluto sensibilizzare i proprietari di bar e di esercizi perché sostituiscano i giochi d’azzardo, che rovinano le persone con giochi veri, di intrattenimento sociale, che accrescono le relazioni. Per convincerli occorre aprire un dialogo senza demonizzarli. La campagna Slot Mob vuole infatti sostenerli in una rinuncia alle slot machine che costa molto cara (ogni slot machine può rendere all’esercente ben 2.000 € al mese). Per sostenere chi lascia le slot machine, lo Slot Mob porta il sostegno di un pubblico che apprezza le loro scelte e li premia con l’acquisto, generando nuovi flussi di nuovi clienti che scelgono di votare con il portafoglio. Questo si accompagna al boicottaggio attivo e dichiarato e quindi reso palese e noto, degli esercizi con le slot machine.
  3. Combattere contro lo Stato biscazziere che lucra (o spera di lucrare, perché poi sovente ci rimette) sulla rovina dei poveri e delle loro famiglie, attraverso una pressione dal basso di noi cittadini che sensibilizzi i nostri eletti perché contrastino la lobby parlamentare del gioco d’azzardo.
  4. Manifestare solidarietà alle amministrazioni locali quando pongono vincoli all’apertura di nuove sale giochi, per contenere la diffusione del gioco d’azzardo.
  5. Sostenere il divieto della pubblicità, così martellante in televisione e online, e della pratica oscena dei bonus che irretiscono le persone, le avvicinano al gioco e le rendono schiave di comportamenti compulsivi.

Passiamo dall’indignazione all’azione! Uniamoci tutti insieme contro il gioco d’azzardo per nuovi Slot Mob.


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