Festival Nazionale dell’Economia Civile, le buone pratiche – parte 2 12 Ott. 2020

Categoria: News sostenibili
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Le voci dei giovani e dei territori, come esempio di applicazione dei principi dell’economia civile: la parola a startupper, scuole e comuni.

Prosegue il racconto delle buone pratiche che si sono presentate sul palco di Firenze, selezionate grazie all’innovativo Indice Community Based di NeXt che ha permesso di valutare tutte le candidature per le stesse caratteristiche di sostenibilità e impegno civile.

La seconda e terza giornata del Festival Nazionale dell’Economia Civile hanno di nuovo visto protagoniste le buone pratiche concrete dei territori: startupper, scuole e comuni italiani Ambasciatori dell’Economia Civile. Una selezione – 7 startup, 3 scuole e 6 comuni – tra le tante eccellenze di sostenibilità ed Economia Civile presenti nello Stivale.

Le tre startup vincitrici riceveranno un premio in denaro ciascuna, per coprire alcune delle spese vive dei loro progetti. Alle scuole in premio visite guidate alle aziende sostenibili del proprio territorio e alla terza classificata una formazione specifica per docenti, realizzata in collaborazione con la Scuola di Economia Civile (SEC).

   

Il sabato pomeriggio, parola ai giovani, alle loro idee e alle sfide che ogni giorno si devono e vogliono assumere. 7 startup in un testa a testa di alto livello sia in termini di business plan, che di impatto sociale dei prodotti o servizi presentati.

Il primo a conquistare la platea è stato il team di MashCream: la startup che ha trasformato gli sprechi e l’elevato costo della “filiera fredda” delle produzioni artigianali del gelato, condensandola in un semplice brevetto. Grazie all’invenzione del team di MashCream, il gelato può essere preparato “espresso” su una piastra refrigerata di dimensioni ridotte, che ne garantisce la fragranza, l’igiene e la qualità organolettica, risparmiando più del 60% dell’energia coinvolta nella filiera tradizionale.

E dal gelato ai giochi online! GreenGames è la startup più giovane vista fino a qui alle due edizioni del Festival: una squadra di ragazzi under 25, che crea giochi online che siano non solo divertenti, anche educativi e formativi. Nel giro di un anno hanno prototipato il loro business, lo hanno ridisegnato e ora sono tra i maggiori fornitori di educational B2B in Italia, il tutto con le loro forze.

Quindi gelato, giochi online e spiaggia. SeaY è la terza startup presente sul palco del Salone dei 500. Un’azienda di beachwear totalmente circolare, che ha brevettato un modo per reintrodurre sul mercato del fashion i vecchi abiti da spiaggia, i costumi, i teli mare, tutti realizzati tradizionalmente in materiali difficilmente differenziabili nel bidone dell’immondizia. Grazie alla tecnologia messa a punto dal team, il beachwear non è mai stato così etico e cool.

Altra startup del ramo tessile, è la torinese Atelier Riforma, che raccoglie capi usati e invece e li destruttura per ottenerne di nuovi, alla moda, etici e ricercati. Dalla gonna della nonna, alla mantella per la riunione di lavoro; dalla cravatta del papà, alla cintura dell’abito da sposa. Ogni abito riprende vita sotto un’altra forma.

E dalla moda, alla cultura inclusiva con la startup vincitrice del bando CoopUp 2020 di Confcooperative RomaRadici. Il team di esperte guide turistiche per ciechi, sordi e disabili fisici e mentali ha brevettato tour culturali di Roma che possano includere tutte le disabilità insieme con i normodotati per un’esperienza veramente coinvolgente di tutte e 5 i sensi umani, oltre che una tecnica particolare di mappe sensoriali di estrema utilità per i ciechi e anche per chi ha una visione normale, ma vuole conservare un ricordo unico del suo percorso turistico.

Dalle “radici” culturali a quelle dell’agricoltura della zona di Amatrice. La startup Amatrice Terra Viva, nata dopo il terremoto del 2016, è una cooperativa agricola di giovani, che si sono letteralmente rimboccati le mani per riprendersi i propri territori, seminando cultivar antiche e producendo e valorizzando le tradizioni gastronomiche locali, finanziandole con il proprio sudore e i propri risparmi.

E non poteva mancare, al servizio dell’innovazione sociale e ambientale, quella tecnologica. E’ il caso della startup Circuito IES, che sfruttando la monetica elettronica ha creato un flusso monetario alternativo totalmente virtuale, che reinveste nel territorio siciliano e valorizza gli imprenditori e commercianti che si appoggiano a questo sistema di pagamento elettronico, premiando anche i propri clienti.

   

Dopo le startup, nella giornata dedicata ai giovani, anche i premi assegnati alle scuole. Vincitori gli istituti IMA di Lecco, con il brevetto Rainless, una pellicola biodegradabile che evita gli incidenti sciistici e che ha costruito attorno a sè un blog di informazione sull’educazione ambientale e la salute psicomotoria per i giovani che lo seguono. Il Fiorillo-Einaudi di Carrara, con la cooperativa scolastica Cuori di Stoffa – creata grazie al tutoraggio di Confcooperative Toscana – che recupera materiale di scarto delle aziende, per creare abiti, accessori moda, accessori per la casa il tutto in economia circolare. E l’istituto tecnico Pacinotti di Taranto, che sta insegnando a tutta la popolazione giovanile tarantina, come si differenziano rifiuti, grazie all’EcoGuida progettata dagli studenti, per i propri coetanei.


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