Anche a Napoli arriva il Cash Mob Etico

Categoria: News sostenibili
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Il 22 luglio il Cash Mob Etico campano per sconfiggere il caporalato e premiare la sostenibilità locale

Inserito nel ciclo di iniziative Cash Mob Etico organizzato da ACLI Nazionale e NeXt nell’ambito del progetto di contrasto al caporalato “Seminiamo Diritti”, finanziato con fondi legge 383 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali arriva a Napoli la mobilitazione dal basso dedicata al territorio campano.
Il 22 luglio, Seminiamo Diritti sarà a Napoli per premiare le eccellenze del territorio, tra le quali il Mulino di Gragnano. Si terrà presso “L’Orto Conviviale”, un esempio di orto sociale di zona, e il fulcro della giornata sarà la valorizzazione delle esperienze di impatto sociale delle imprese premiate e l’assaggio dei loro prodotti, cucinati per l’occasione da uno chef campano di zona.

Abbiamo intervistato Angelo Vecchione, volontario ACLI e membro della presidenza di Napoli con delega alla progettazione.

Qualè la tua definizione di caporalato?
Il caporalato è una forma di sfruttamento moderno del lavoro, spesso in nero, sempre e comunque fuori dalla contrattualistica nazionale. Questo sistema opaco e umiliante per i lavoratori, non coinvolge soltanto, come si pensa, i lavoratori migranti, ma anche i cittadini locali, che lo vedono come unica forma di sostentamento.

Quanto è diffuso il caporalato sul tuo territorio? Quanto sono sensibili le aziende nei confronti di questo fenomeno?
Nel territorio della città metropolitana, questo fenomeno è riscontrabile soprattutto nella zona più interna, lontana dall’urbanizzazione della città di Napoli, nella piana campana che si estende da Caserta a Sarno. È poco diffuso nel centro urbanizzato dato che non esistono grandi terreni e non vi è una produzione intensiva. Le aziende sono sensibili, ma il caporalato viene visto come metodo per arginare la pressione e il costo del lavoro, travisando quindi l’inquadramento stagionale diffuso in agricoltura e perpetrando così una pratica scorretta.

Le aziende coinvolte nel progetto Seminiamo Diritti, come si sono poste nei confronti di questo tipo di sensibilizzazione?
Sono state contente di aver avuto l’opportunità di sostegno di una rete di promozione delle loro attività e dei loro prodotti, in quanto talvolta per avere un elevato standard della visione sociale dell’azienda, non possono essere competitive dal punto di vista imprenditoriale e quindi non riescono a rimanere sul mercato abbastanza a lungo. Questo porta alla chiusura dell’attività o all’abbassamento degli standard di sostenibilità sociale e ambientale.

Nel panorama del fenomeno del caporalato, quanto può spostare l’ago della bilancia un progetto di questo tipo?
Cambia questa situazione perché aiuta le aziende ad avere una rete di supporto alle proprie attività fornendo una qualificazione dal basso della sostenibilità ambientale e sociale

Il Cash Mob Etico: sapevi già che cos’era prima del progetto? Le aziende hanno aderito di buon grado?
Sì, ero a conoscenza di questo tipo di iniziativa. Le aziende sono entusiaste di poter organizzare un momento come questo, in cui promuovono i propri prodotti, ma soprattutto in cui possono mostrare in modo concreto le buone pratiche che portano avanti, coinvolgendo i consumatori.

Secondo te azioni come il Cash Mob Etico possono essere utili nel sensibilizzare aziende e cittadini?
Sì. Sono strumenti utili di sensibilizzazione dei consumatori/cittadini in quanto permettono di avvicinarsi al mondo della responsabilità sociale e coinvolgere le aziende che fanno impresa in modo responsabile.

Come intende – il vostro sportello ACLI – continuare a lavorare con aziende e lavoratori anche dopo il progetto? Quali gli obiettivi per abbattere o limitare il più possibile il fenomeno del caporalato?
ACLI Napoli intende integrare maggiormente i servizi offerti dal patronato, attraverso l’attivazione della rete ACLI Terra alla quale aderiscono molte realtà del mondo dell’agricoltura, offrendo servizi fiscali e di previdenza e anche un servizio di informazione sulle opportunità del territorio (ad esempio gli eventi informativi del PSR – Piano Sviluppo Regionale).
A questa attività, si affiancherà il percorso di promozione della rete costituita in occasione del progetto Seminiamo Diritti, che vorremmo espandere coinvolgendo NeXt nell’accompagnare un sempre maggior numero di  imprese sostenibili in un percorso di autovalutazione.

Ritenete che la App “Voto col Portafoglio” sia utile?
Sì, molto. Soprattutto per supportare le aziende nella promozione dei loro prodotti e per informare i cittadini delle opportunità di consumo responsabile offerte dai territori.


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