A scuola di sviluppo sostenibile con NeXt, Legambiente e SEC

Categoria: News sostenibili
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Next, Legambiente e Sec propongono un percorso comune per portare nelle scuole l’economia civile.
Un progetto rivolto a studenti e professori, con il coinvolgimento delle aziende.

a cura di Sara Perro, da La nuova ecologia del 16 gennaio 2018

Formazione permanente per i docenti, sensibilizzazione dei ragazzi e coinvolgimento delle aziende. Sono i cardini del format per le scuole “La filiera dell’economia civile”, realizzato grazie a un accordo fra Legambiente, Next (Nuova economia per tutti) e Sec (Scuola di economia civile). «Il nostro obiettivo – spiega Lorenzo Barucca, coordinatore dell’ufficio Economia civile dell’associazione ambientalista – è che quanti più istituti possibili si attivino sul tema e che ci sia sempre più attenzione verso questo paradigma economico».
Il progetto nasce dall’esigenza di fornire una conoscenza di base su un mercato ecologico, giusto e condiviso, su un’economia capace di superare l’odierna organizzazione dei mercati e la dicotomia “profit- non profit”, aperta al ruolo della cittadinanza attiva e delle imprese responsabili, attenta alle ricadute sociali e capace di costruire reti fra i soggetti impegnati sul tema. «Ci siamo accorti – ammette Luca Raffaele dell’associazione Next – che le nostre tre realtà stavano portando avanti iniziative affini in modo slegato, e che sarebbe stato meglio costruire un percorso condiviso e complementare. Un pacchetto da proporre. Per questo abbiamo aderito insieme al piano operativo nazionale (Pon) del ministero dell’Istruzione, che finanzia con fondi europei iniziative che aumentino le competenze di docenti e studenti in diversi campi».

Legambiente ha messo a disposizione la conoscenza del territorio e delle aziende impegnate sui temi dell’economia civile, Next l’esperienza nella formazione dei ragazzi e nella realizzazione di startup, Sec la specializzazione nella formazione e nella consulenza per organizzazioni e istituzioni, con un focus sulla preparazione degli insegnanti. Insieme le tre realtà hanno condiviso contatti e conoscenze per lavorare alla costruzione di una rete diffusa che possa trasformarsi in una comunità interessata all’economia civile, capace di proseguire il cammino verso una vita più sostenibile. «Abbiamo messo da parte l’individualismo e creato un progetto che reputo rivoluzionario nel mondo degli enti che si occupano di tematiche etiche» sintetizza Raffaele.
Le scuole a cui è stata inviata una proposta di collaborazione sono state una trentina, scelte perché ritenute pronte e ricettive. “La filiera dell’economia civile” è stata proposta a Torino, Roma e Napoli, alle classi di terza e quarta di istituti professionali e di qualche liceo. Sono state le scuole stesse ad elaborare i progetti, che ora sono in attesa dei finanziamenti da parte del ministero. «La cosa interessante è che molte scuole sono al Sud perché sono abituate da più tempo a lavorare con i fondi del ministero – spiega Lorenzo Barucca – Speriamo che i progetti possano essere attivati già nell’anno scolastico in corso, ma non dipende da noi. Bisogna capire quanto sarà veloce lo Stato ad assegnare i finanziamenti».

Legambiente, Next e Sec sono pronti a partire nelle attività di consulenza, forti delle rispettive esperienze portate avanti in anni di attività. «Per noi questo lavoro si ricollega alla Summer school proposta all’interno di Festambiente ad agosto, incentrata proprio sul tema dell’economia civile» precisa Barucca. Next invece ha già testato il suo “Prepararsi al futuro”, un ciclo di laboratori gratuiti con concorso d’idee e un premio per i ragazzi dai 16 ai 30 anni. Sec, a sua volta, è un ente accreditato dal Miur per la formazione degli insegnanti. «Sarà un percorso formativo condiviso – conclude Luca Raffaele – Se poi non dovessero andare in porto i finanziamenti lavoreremo nelle scuole con progetti più brevi. L’obiettivo è sensibilizzare sull’economia civile e ci piacerebbe organizzare un appuntamento finale e comune il prossimo maggio, in cui tirare le somme e raccontare i risultati ottenuti grazie a questo anno zero di lavoro condiviso».

L’articolo originale è disponibile al link


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