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Vita

Il bilancio sociale ESG

Cos’è, come si redige e quali benefici prevede.

 

Argomenti della pagina

Il Bilancio sociale ESG per gli ETS

Oggi si sente spesso parlare del bilancio sociale. Ma perché è così importante?

Mettiamo subito le cose in chiaro: oggi si parla tanto di bilancio sociale perché si tratta di un documento fondamentale.

Per gli enti del Terzo Settore, in particolare, il bilancio sociale risponde a delle esigenze definite e imprescindibili per l’organizzazione ma non solo.

Per tutte le organizzazioni iscritte al RUNTS – Registro Unico Nazionale del Terzo Settore -, infatti, il bilancio sociale rappresenta lo strumento principale attraverso il quale dimostrare il proprio impegno in una prospettiva multidimensionale.  

Prima di entrare nel merito, è importante chiarire le funzioni che assolve il bilancio. Se ne possono individuare tre principali, ovvero:

  • trasparenza
  • informazione
  • rendicontazione

 

Questi sono tre bisogni che emergono nei confronti degli associati, dei lavoratori e di tutti i soggetti terzi interessati ad approfondire le attività e le ricadute che le attività dell’ETS hanno sul territorio e i cittadini. 

Il bilancio sociale ESG per gli ETS: la guida completa

1. Bilancio sociale per gli ETS, un'introduzione

Hai presente la famosa citazione sull’albero che cade in una foresta deserta?  Se nessuno può ascoltare il suo rumore, sarà come se non fosse veramente caduto!

Ecco, il bilancio sociale nasce dallo stesso principio. È un’esagerazione ma neanche troppo: se nessuno viene a conoscenza dell’impatto che un ente ha generato sul territorio, buona parte del loro potenziale viene “sprecato”.  Ma come si è arrivati a prevedere questo documento così importante?

L’introduzione del bilancio sociale nella normativa italiana è avvenuta con il Codice del Terzo Settore: un cambiamento molto importante, dovuto all’esigenza di riordinare e uniformare l’inquadramento giuridico per questi enti.

Nel 2017 l’allora sottosegretario Luigi Bobba volle “riordinare” la normativa in materia di Terzo Settore, uniformando l’inquadramento giuridico, amministrativo e fiscale degli Enti no-profit per dare al Terzo Settore un quadro normativo moderno e unitario. Inoltre, la riforma era finalizzata a garantire sistemi di amministrazione e di controllo interno standardizzati.

Il Titolo VI del decreto legislativo n. 117/2017 (il cosiddetto Codice del Terzo Settore) stabilisce che sono sette le tipologie riconosciute quali Enti del Terzo Settore (ETS): Organizzazioni di volontariato (Odv), associazioni di promozione sociale (Aps), imprese sociali (incluse le attuali cooperative sociali), enti filantropici, reti associative, società di mutuo soccorso, altri enti di carattere privato diversi dalle società. 

 

Che cos’è il RUNTS. Il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS Registro Terzo Settore) è il registro telematico istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per assicurare la piena trasparenza degli enti del Terzo settore (ETS). L’iscrizione al RUNTS consente di ottenere la qualifica di ente del Terzo settore. Inoltre, permette di beneficiare di agevolazioni, anche di natura fiscale, di accedere al 5 per mille e in alcuni casi a contributi pubblici.

 

Ecco, tutti gli ETS sono obbligati a iscriversi al RUNTS, che sostituisce i molteplici registri preesistenti a livello regionale o locale, e a essere “trasparenti”, raccontando attraverso la pubblicazione di una serie di documenti necessari a fotografare attività, organizzazione e relativo “stato di salute”. Allo stato patrimoniale, al rendiconto gestionale e alla relazione di missione (art. 13 del codice del Terzo settore) si aggiunge la redazione del bilancio sociale. 

 

2. Bilancio sociale: che cos’è

Per comprendere l’importanza del bilancio sociale bisogna focalizzarsi sul suo fine primario: l’informazione.

Proprio qui infatti sono contenuti tutti quegli elementi chiave che consentono a tutti i soggetti interessati, dai cittadini alle istituzioni, di avere un quadro chiaro delle attività e dei risultati dell’ETS. 

Come riportano le Linee guida per la redazione del bilancio sociale degli enti del Terzo settore, introdotte dal Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali il 4 luglio 2019, il bilancio sociale è 

“uno strumento di rendicontazione delle responsabilità, dei comportamenti e dei risultati sociali, ambientali ed economici delle attività svolte da un’organizzazione. Ciò al fine di offrire un’informativa strutturata e puntuale a tutti i soggetti interessati non ottenibile a mezzo della sola informazione economica contenuta nel bilancio di esercizio”. 

Il bilancio sociale, quindi, è quel documento che si affianca al bilancio d’esercizio, il classico conto economico di ogni organizzazione, per raccontarne le attività, oltre agli obiettivi raggiunti e i progressi ottenuti nello svolgere i propri compiti statutari e non, all’insegna del bene comune. 

Dato che il suo fine è informare, è importante che il bilancio sociale sia accessibile e sappia offrire una visuale dettagliata degli elementi che contiene, affinché anche i lettori meno esperti e più “distanti” al Terzo settore siano messi in condizione di raccogliere tutte le informazioni rilevanti. 

Del resto, la considerazione vale per tutti i documenti destinati al pubblico: ad esempio, un report molto curato sul piano estetico ma poco efficace sul piano comunicativo è in buona sostanza un report inutile. 

Abbiamo visto come il valore del bilancio sociale sia strettamente connesso alla sua natura informativa. Ma l’informazione non deve essere vista come fine a sé stessa. Come vedremo, il bilancio sociale è essenziale per rendere pubblica l’accountability, ovvero la responsabilità dell’Ente del Terzo Settore, mettendo in luce i suoi comportamenti e risultati in ambito sociale, ambientale ed economico e ricevendo, di conseguenza, un giudizio di merito sugli stessi. 

 

3. Bilancio sociale: per chi è previsto l’obbligo

Arrivati fin qui, dovrebbe essere chiaro perché il bilancio sociale è un documento tanto importante. Non solo: in molti casi, il bilancio sociale è un documento obbligatorio! 

La riforma del Terzo settore ha infatti introdotto l’obbligo, per molti enti del Terzo settore, di redigere il bilancio sociale e allegarlo al bilancio economico.

Gli enti del Terzo Settore, siano essi imprese, CSV o con entrate superiori ad 1 milione di euro, sono obbligati a depositare presso il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, e pubblicare nel proprio sito internet o, qualora ne siano sprovvisti, su quello della rete associativa cui aderiscono, il bilancio sociale, tenendo conto della natura dell’attività esercitata e delle dimensioni dell’ente, anche ai fini della valutazione dell’impatto sociale delle attività svolte.

Come si intuirà, il contenuto è tanto indispensabile quanto il canale su cui viene trasmesso. La pubblicizzazione del bilancio anche al di fuori dei canali istituzionali, e quindi sui siti delle organizzazioni, rispecchiano anche in questo caso la volontà del legislatore di predisporre una comunicazione trasparente e accessibile. Senza considerare che la mancata pubblicazione del bilancio sociale potrebbe essere un segnale di un impegno non efficace o positivo da parte dell’ETS nei confronti dei suoi stakeholders! 

In base alla normativa in vigore, la pubblicazione del bilancio sociale deve avvenire entro il 30 giugno di ogni anno. Nel caso in cui vi fosse un mancato o incompleto deposito degli atti, il Runts procederebbe con un’ingiunzione ad adempiere l’obbligo assegnando un termine non superiore a 180 giorni, decorsi i quali l’ente si troverebbe cancellato dallo stesso.

COME CAMBIARE L'ECONOMIA

Strumenti di rendicontazione,
progettazione e valutazione multidimensionali e partecipati

4. Bilancio sociale: perché è importante

Quando pensiamo al bilancio sociale, non dobbiamo avere in mente solo un freddo rendiconto. Questo documento rappresenta un vero e proprio sistema di senso, capace di valorizzare le strategie e le azioni adottate da ogni ETS per realizzare la propria mission.

In questo caso, la mission deve essere connessa agli obiettivi di sviluppo sostenibile e al benessere dei cittadini. Le attività degli ETS, infatti, al pari di ogni altro soggetto sociale, devono muoversi in un perimetro ben definito: quello del rispetto e della valorizzazione delle persone e dell’ambiente. Una mission che deve accompagnare e guidare ogni passo dell’ente! 

Per questo non stupirà scoprire che il valore aggiunto del bilancio sociale non è solo nel prodotto finale, nel libro più o meno corposo che viene redatto, ma nel processo che conduce alla sua realizzazione. 

Chi ha praticato uno sport di squadra lo sa bene: per raggiungere un obiettivo, il percorso è tanto importante quanto il risultato! Come in una competizione sportiva tutti i giocatori devono essere coinvolti per arrivare a vincere, in questo caso a esporre il documento articolato nel modo migliore, coinvolgendo una vasta pluralità di soggetti, raccogliendo i loro feedback e rendendoli partecipi. 

In questo modo, il bilancio sociale di un ente del Terzo settore risulta il migliore “biglietto da visita” per una realtà che intenda posizionarsi e affermarsi come credibile e autorevole. In sostanza, come una realtà capace di ispirare fiducia, dalle istituzioni ai cittadini passando per tutti i soggetti socio-economici. 

I processi di rendicontazione sociale infatti perseguono due obiettivi fondamentali. 

Da un lato, il bilancio sociale contribuisce a esprimere la mission dell’organizzazione, definendone i valori nel confronto con tutti i portatori d’interesse e incentivando la trasparenza, la comunicazione e la partecipazione. Queste sono le tre caratteristiche principali che favoriscono l’affermazione e la crescita dell’organizzazione. 

Dall’altro lato, il bilancio sociale si rivela funzionale alle esigenze strategiche dell’amministrazione. L’analisi delle “cose fatte” aiuta a mettere a fuoco i punti di forza e di debolezza che hanno contraddistinto le strategie passate, al fine non di “mettere un punto”, ma di delineare i prossimi passi di un percorso di maturazione verso una maggiore sostenibilità ed efficienza.

5. Bilancio sociale: come si fa

Abbiamo visto come il bilancio sociale debba essere considerato un processo prima che un prodotto. La collaborazione e partecipazione degli attori coinvolti è un punto di forza per l’organizzazione, nonché è il primo passo per raggiungere gli obiettivi che questa si pone, nei confronti dei propri stakeholder e della comunità di riferimento. 

Per incontrare le esigenze conoscitive degli stakeholder e assicurare la più ampia trasparenza possibile, è centrale che il vertice dell’organizzazione:

  • Si impegni, a partire dalla decisione di stesura e pubblicazione del bilancio sociale, a creare le condizioni affinché il documento abbia la maggiore capacità informativa possibile;
  • Definisca le modalità di coinvolgimento degli stakeholder durante il processo di rendicontazione, predisponendo le condizioni di un reale confronto e di una partecipazione motivata;
  • Individui il gruppo di lavoro dedicato alla realizzazione del processo, che deve comprendere i soggetti capaci di assicurare il pieno raggiungimento degli obiettivi

 

Come impostare allora il processo di rendicontazione? Come per ogni traguardo importante, il piano per raggiungerlo deve essere studiato nei minimi dettagli!Il processo di realizzazione del bilancio sociale prevede numerosi step: bisogna pianificare il lavoro, focalizzare l’impegno dell’ETS nell’anno in oggetto e raccogliere tutte le informazioni, incrociarle con gli altri dati aziendali e predisporre l’analisi. Il processo è complesso, ma se ogni attore fa la sua parte e vengono rispettate le giuste modalità, il risultato finale sarà quello migliore possibile. 

Riuscire a rispettare gli obiettivi di dialogo e partecipazione è fondamentale per l’ente del Terzo Settore, sia perché questo unisce i vari portatori di interesse intorno alla sua identità e alla sua mission, sia perché una volta completato questo processo l’impatto comunicativo del bilancio sociale risulterà molto più elevato nei confronti di tutti i soggetti interessati.

6. Bilancio sociale: che cosa contiene

Il bilancio sociale è un documento ricco di informazioni! Allo stesso tempo, non deve straripare di contenuti: proprio come un curriculum vitae, vanno inseriti tutti gli elementi utili alla comprensione, ma senza che vengano spese più parole del dovuto. 

Il rischio infatti è che l’aggiunta di informazioni non rilevanti possa provocare una perdita di chiarezza e accessibilità, oltre che a risultare meno interessante. 

Il bilancio sociale in particolare deve contenere una pluralità di informazioni che permettano di entrare nel merito delle responsabilità, dei comportamenti e dei risultati dell’ente del Terzo Settore. Deve avere una metodologia solida, spiegare mission e vision dell’ETS, raccontare le attività che realizza e presentare i risultati raggiunti.

7. Bilancio sociale: i principi della rendicontazione

Dopo avere visto cosa deve contenere il bilancio sociale, passiamo a un altro aspetto centrale: i principi cui deve attenersi la rendicontazione

Su questo punto bisogna fare attenzione. A volte, magari perché sentiamo di comportamenti sbagliati ma etichettati come “normali”, siamo portati a pensare che gli ideali sono una cosa, la prassi un’altra. 

Ecco, questo sarebbe un errore clamoroso! I principi per gli ETS – e dovrebbe essere così per tutti gli attori sociali – non sono una questione “sospesa in aria” ma di grande sostanza. 

Si comprende bene il valore dei principi per gli ETS se ci si focalizza sul significato del Terzo Settore nel nostro sistema sociale ed economico. Il Terzo Settore infatti contribuisce in modo sussidiario al pubblico nel definire e realizzare programmi e politiche che hanno a che fare con l’interesse generale

Pertanto, è indispensabile che per quanto riguarda i comportamenti e i risultati raggiunti dagli enti, gli ETS siano guidati e il loro operato rifletta l’interesse generale, andando incontro al bene comune. 

Il bilancio sociale non fa eccezione. Come riportano le Linee guida per la redazione del bilancio sociale degli enti del Terzo Settore, i suoi principi sono: 

  • Rilevanza, devono essere riportate solamente le informazioni rilevanti; 
  • Completezza, devono essere inserite tutte le informazioni utili;
  • Trasparenza, deve risultare chiara la “logica di processo”;
  • Neutralità, le informazioni devono essere presentate in maniera imparziale e indipendente;
  • Competenza di periodo, attività e risultati devono riferirsi solo all’anno esaminato;
  • Comparabilità, le informazioni devono consentire un confronto con il passato dell’organizzazione e gli altri ETS nel presente; 
  • Chiarezza, il bilancio sociale deve essere accessibile a tutte le persone potenzialmente interessate; 
  • Veridicità e verificabilità, i dati riportati devono prevedere un riferimento chiaro alle relative fonti;
  • Attendibilità, i dati devono essere presentati in maniera oggettiva;
  • Autonomia delle terze parti, devono essere garantite autonomia e indipendenza di giudizio nella valutazione dei soggetti coinvolti.

 

Questi principi sono imprescindibili: se viene a saltare anche solo uno di questi “tasselli”, l’intero puzzle comincia a scricchiolare

Come si può pensare, per esempio, che un bilancio sia esaustivo e rispondente alle sue finalità se le informazioni riportate sono utili, ma sono le metà di quelle necessarie? Oppure, se le valutazioni sono effettuate in maniera impeccabile, ma non garantiscono un paragone accessibile rispetto alle attività portate avanti in passato? 

Il rispetto dei diversi principi permette di eliminare il problema alla radice, predisponendo il perimetro in cui inquadrare tutti gli elementi che si ritiene di inserire nella rendicontazione! 

8. Bilancio sociale: una questione di accountability

Se chiedessi a un qualsiasi membro di un’associazione qual è l’elemento più importante per la sua realtà, questo ti risponderebbe senza alcun dubbio: le relazioni. 

Le relazioni oggi sono fondamentali, per tutti i soggetti sociali ed economici. Come per le aziende è essenziale coltivare un rapporto con i propri clienti e i propri fornitori, per gli ETS è altrettanto indispensabile mantenere vivo il dialogo e la collaborazione con tutti i portatori d’interesse. Ma per gli ETS, questo è, se possibile, ancora più rilevante. 

Il perché è presto detto: le azioni degli ETS sono guidate dalla volontà di perseguire finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Per questo, le relazioni con gli altri soggetti, dai privati cittadini all’ente pubblico, passando per i diversi attori sociali ed economici, assumono un significato e un valore centrali nell’esistenza e nelle attività degli ETS. 

Come si traduce questo impegno nella rendicontazione non finanziaria? Il bilancio sociale è uno dei principali strumenti di accountability

Questo termine è composto dal verbo “to account”, traducibile in italiano come “dar conto”, e dal sostantivo “ability”, il quale indica la “capacità di”. Letteralmente “accountability” costituirebbe pertanto “l’attitudine a dar conto”: nel caso degli ETS, questi devono dimostrare tale attitudine a tutti gli stakeholder

L’accountability richiama l’impegno alla trasparenza, alla responsabilità per le proprie azioni e al rispetto delle norme. A ben vedere, si tratta di un concetto che non dovrebbe suonarci come nuovo: siamo chiamati a essere accountable, nel nostro quotidiano, tutte le volte che ci assumiamo un impegno. In fondo, è anche da questo che si misura il rapporto con gli altri, no? 

Bene, proprio come per noi è importante mantenerci responsabili per andare incontro ai nostri obiettivi, così per un ETS l’accountability è strettamente legata alla mission. Per questo, il bilancio sociale oltre a essere un obbligo rappresenta anche un’opportunità. Essere responsabili nei confronti della comunità e del territorio è una condizione necessaria per consolidarsi e crescere come realtà, in un rapporto costante e in sinergia con tutti i soggetti del territorio e non solo. 

9. Bilancio sociale: a chi si rivolge

Abbiamo detto che il bilancio sociale deve essere un documento pubblico: ma a chi si rivolge in particolare? 

Il bilancio sociale è rivolto a tutti i soggetti interessati alle attività e ai risultati conseguiti dagli ETS, a partire dagli stakeholder. Pertanto, il documento di rendicontazione non finanziaria è destinato:

  • agli associati, che possono comprendere se le strategie sono state elaborate nella maniera corretta, in che modo esse possono andare incontro a un cambiamento in relazione al mutare delle condizioni del contesto, e per valutare l’operato degli amministratori;
  • agli amministratori, che attraverso l’analisi delle attività passate possono riflettere sui punti di forza e di debolezza emersi nel corso e a seguito delle stesse, in modo da ridefinire la programmazione e valutare nel tempo l’efficacia delle strategie;
  • alle istituzioni, che possono acquisire le informazioni sugli enti in ottica di eventuali finanziamenti e collaborazioni, nonché per valutare l’utilizzo dei fondi pubblici; 
  • ai donatori, attuali e potenziali, che in questo modo hanno la possibilità di ottenere le informazioni relative alle risorse devolute all’ente, per valutarne l’utilizzo in relazione ai fini.

 

Il bilancio sociale è quindi rivolto a una pluralità di soggetti, che hanno competenze ed esperienze diverse. Al fine di incontrare l’attenzione e l’interesse del maggior numero di persone fisiche e giuridiche è essenziale che il bilancio sociale risulti accessibile.  

La pubblicità è un grande alleato degli enti del Terzo Settore, se questi riescono a dimostrare nei fatti la capacità di “parlare a tutti”, comunicando in maniera chiara e trasparente il proprio impegno nei confronti della comunità e del proprio territorio. 

Su questo punto, si è già fatto l’esempio dell’albero che cade nella foresta. Se l’ETS raggiunge dei risultati fondamentali per la propria comunità, ma se solo una ristretta cerchia di persone ne viene a conoscenza, il rischio è che il cambiamento generato risulti meno profondo di quanto sarebbe possibile!

 

10. Bilancio sociale: l’importanza della trasparenza

Dopo avere visto quanto per un ETS sia importante l’accountability, veniamo a un altro aspetto cruciale: la trasparenza.

Il bilancio sociale è un formidabile strumento di trasparenza per gli enti del Terzo Settore. Non esiste un documento che, per il suo valore e significato, assuma un ruolo più centrale nel rapporto tra l’ente e i propri stakeholder. 

La trasparenza è infatti uno dei requisiti indispensabili che permettono di costruire il potenziale di dialogo e di condivisione dell’ente, rivelandosi un fattore chiave nella realizzazione e valutazione di strategie e piani di comunicazione. 

Anche se oggi siamo portati a pensare che nella comunicazione ci sia più un problema di sovraesposizione che di “occultamento”, in realtà questo è molto presente. Si pensi, per fare un esempio, alle strategie di greenwashing che caratterizzano le realtà che manifestano, a parole, la volontà di impegnarsi nella sostenibilità, mentre nei fatti perseverano in comportamenti rischiosi e dannosi.  

Dalla trasparenza, come sottolineano Luca Gori e Giulio Sensi in un recente saggio, deriva una “corretta interlocuzione con stakeholder, media e comunità di riferimento, (la quale) può creare solidi processi di partecipazione, rafforzamento dell’immagine e della reputazione, fiducia e risultati anche in termini di raccolta fondi.” 

Non sorprenderà a questo punto se la trasparenza risulta uno dei concetti più importanti su cui si fonda il bilancio sociale, sia come processo sia come prodotto: essa viene qui intesa come la piena visibilità di decisioni, attività e risultati. Del resto, una realtà che non ha problemi a rendersi visibile è una realtà che si presume abbia poco da nascondere! 

La trasparenza deve essere pertanto concepita come la garanzia che questo tipo di enti, ai quali viene assegnata la gestione di interessi generali “pubblici”, portino avanti con coerenza la propria mission nella prassi, senza andare incontro a finalità diverse, che potrebbero mettere in discussione il rapporto di fiducia con la collettività. 

Di fatto, è anche e soprattutto grazie al bilancio sociale che essi garantiscono a soggetti terzi la possibilità di valutare lo stato di questo rapporto.

11. La valutazione d’impatto: perché è importante

Il bilancio sociale non è l’unico documento rilevante per gli ETS: lo stesso bilancio, infatti, può essere integrato con la valutazione d’impatto.

Secondo la Legge 106/2006 sulla riforma del Terzo Settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale, con questa si intende:

“la valutazione qualitativa e quantitativa, sul breve, medio e lungo periodo degli effetti delle attività svolte sulla comunità di riferimento rispetto all’obiettivo individuato”.

La misurazione del valore generato dagli enti del Terzo Settore è legata alla rendicontazione sociale, che vede tra i propri obiettivi quello di informare soggetti terzi dei risultati ambientali e sociali raggiunti dall’ETS. Per questa ulteriore valutazione, si possono utilizzare diverse metodologie: per fare un’analisi efficace, infatti, possono essere adottati approcci sia qualitativi sia quantitativi. 

Se è vero che, secondo le “Linee guida per la realizzazione di sistemi di valutazione dell’impatto sociale delle attività svolte dagli Enti del Terzo Settore”, non è prevista l’obbligatorietà per gli ETS di dotarsi di un sistema di valutazione di impatto, non si deve sottovalutare la rilevanza di questo strumento per l’organizzazione che lo implementa

La valutazione d’impatto può essere vista come la “coda” del bilancio sociale. Possiamo immaginarla così: quando vedi una bella pellicola, con il passare delle sequenze aumenterà la tua voglia di scoprire cosa riserva il finale. Ecco, la valutazione d’impatto è la scena conclusiva del bilancio sociale!  

Alla pari del bilancio sociale, la valutazione di impatto sociale si pone una duplice finalità: da una parte strategica, dall’altra dialogica. 

Sul primo versante, la valutazione di impatto è un ulteriore strumento di conoscenza dell’organizzazione

Integrare la lettura degli impatti delle attività consente infatti agli ETS di approfondire e valutare quali attività sono state generative – e quanto – per la comunità e il territorio, nonché di programmare interventi più efficaci per il futuro. 

Inoltre, essa apporta un valore aggiunto in termini comunicativi e relazionali, offrendo una prospettiva che arricchisce le informazioni a conoscenza di tutti i soggetti terzi interessati all’organizzazione, tra cui donatori, finanziatori e beneficiari.

Sul secondo versante, le valutazioni di impatto sono momenti di scambio importanti e fecondi per gli stakeholder, oltre che funzionali ad aumentare la trasparenza dell’organizzazione, che come abbiamo visto rappresenta uno dei requisiti fondamentali di ogni ETS. 

La condivisione di idee e strumenti, insieme alla partecipazione attiva dei diversi portatori di interesse nelle attività dell’organizzazione, sono molto importanti per rafforzare la coesione interna all’organizzazione, il senso di appartenenza e la motivazione dei singoli attori rispetto al proprio lavoro. È scontato: chi vorrebbe lavorare per una realtà in cui non viene ascoltato o di cui non conosce le finalità? 

12. Il bilancio sociale ESG: perché è un salto di qualità

Il bilancio sociale ESG per gli enti del Terzo Settore è uno strumento che assume un grande valore sia verso “l’esterno”, ovvero verso il territorio e le comunità su cui si può registrare l’impatto delle loro attività, sia verso “l’interno”, nei confronti della stessa organizzazione. 

In primo luogo, con la realizzazione di questo documento, l’ente del Terzo Settore prende consapevolezza del proprio ruolo e del proprio potenziale. Grazie alla condivisione e alla partecipazione dei diversi stakeholder, l’ETS riesce ad analizzare e riorientare il proprio operato nella direzione di una sostenibilità integrale. Questo approccio infatti assicura alla programmazione di essere conforme con l’approccio allo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e con quello del Benessere Equo e Sostenibile dell’Istat. 

È importante tenere a mente che il bilancio sociale ESG è un’analisi che si concentra inevitabilmente sulle attività passate, ma in realtà guarda soprattutto agli obiettivi futuri. Sai che alcuni allenatori professionisti, al primo allenamento dopo una partita, sono soliti riguardare gli errori commessi dalla squadra per esaminarli con i giocatori? Vale lo stesso meccanismo!    

La valutazione è infatti il primo passo da compiere per arrivare a prendere decisioni realmente consapevoli, mettendo a fuoco i punti di forza e di debolezza della propria strategia e pianificando il percorso per raggiungere i propri obiettivi. Senza una rilettura “critica” di questo tipo, l’organizzazione si presta al rischio di commettere nuovamente gli errori del passato.

Inoltre, l’adozione del NeXt Index® permette di attivare un percorso di programmazione strategica e valutazione impactoriented, caratterizzato da un processo organizzato secondo un modello decentralizzato, con una governance collaborativa e deliberativa e da una tipologia di valore generato multidimensionale e multistakeholder. Cosa significa tutto questo e perché è importante? 

Nelle fasi del percorso, l’ente del Terzo Settore esamina le proprie attività nel dettaglio, confrontandosi con i diversi attori interessati alle sue scelte e valutando in una discussione collettiva i margini di miglioramento per il futuro, su tutti i profili in cui si possono misurare i risultati e l’impatto delle realtà. 

Nel dialogo tra “diversi”, ogni stakeholder matura una sempre più elevata capacità critica rispetto all’impatto multidimensionale sul territorio. Questo significa che, nel valutare il processo di sviluppo dell’ente del Terzo Settore, si devono creare le condizioni affinché, insieme a questo, crescano tutti i soggetti che possono apportare un contributo positivo per la comunità e il territorio di riferimento. Per questo, è indispensabile che venga valorizzato a pieno il percorso che porta al bilancio sociale, e non solo il prodotto finale! 

 

Infine, non bisogna sottovalutare l’importanza del bilancio sociale in veste di strumento capace di generare investimenti.

 

Infatti, il sistema del bilancio sociale ESG contribuisce a rendere l’ente del Terzo Settore sociale più attrattivo. Di pari passo con le organizzazioni, sta aumentando anche l’attenzione dei cittadini e degli investitori nei confronti degli enti che si rivelano credibili di fronte alla sfida della sostenibilità

In questo, è fondamentale che la sostenibilità sia sempre più vista non come un traguardo da raggiungere, ma come il perimetro nel quale si situano tutte le attività dell’ETS. Il bilancio sociale ESG è proprio lo strumento con cui dipingere questo perimetro!