La legge anticaporalato ha bisogno di una riforma profonda
La legge 199 del 2016, la cd “legge anticaporalato”, ha dato strumenti molto importanti a magistratura e forze dell’ordine. Basta? No, non basta.
Necessità di una profonda riforma
La riforma necessaria sulla legge anticaporalato
Una riforma seria e globale del mercato del lavoro è sempre più urgente. Non si può demandare tutto alla magistratura e neanche pensare sempre a reprimere, bisogna prevenire riformando strumenti come il sistema ispettivo: ci sono pochi controlli e l’impunità è quasi sicura…due cifre: in Puglia ci sono solo 99 ispettori a fronte di 40mila imprese agricole.
Inoltre, va riformata anche la stessa qualità dei controlli. Manca totalmente un modello legale di incrocio domanda e offerta di lavoro. I caporali attualmente in pratica sono degli intermediari, in pratica un centro per l’impiego irregolare. Le stesse aziende chiamano i caporali per la manodopera…
Perché non utilizzare il Pnrr per nuove assunzioni?
Il 29 marzo scorso è stato firmato dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando il Decreto ministeriale numero 55 che stabilisce la ripartizione dei 200 milioni di euro assegnati alle Amministrazioni locali con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per il superamento degli insediamenti abusivi dei braccianti agricoli, obiettivo presente nella “Missione 5 Inclusione e Coesione” del PNRR, che prevede il recupero di soluzioni alloggiative dignitose per i lavoratori del settore agricolo.
La nascita e lo sviluppo di insediamenti irregolari sono infatti terreno fertile per l’infiltrazione di gruppi criminali, un fenomeno che contribuisce a rendere ancora più precarie le condizioni di vita dei lavoratori operanti in tali ambiti.
L’intervento definito dal suddetto DM si svolge in esecuzione del Piano strategico contro il caporalato in agricoltura e la lotta al lavoro sommerso, varato nel 2020 ed è parte di una più generale strategia di contrasto al lavoro sommerso, in osservanza delle raccomandazioni della Commissione Europea, che comprende anche l’aumento del numero degli ispettori del lavoro e la recente sanatoria per i lavoratori agricoli e domestici irregolari.
Con successivi provvedimenti, in accordo con le Amministrazioni regionali e locali, si procederà alla definizione delle procedure per l’assegnazione delle risorse e si definiranno le modalità per la presentazione e approvazione delle progettazioni degli interventi.
La Direzione generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione, in coordinamento con l’Unità di missione PNRR del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali monitorerà l’avanzamento degli interventi e si riserva la facoltà di rivedere il riparto delle risorse in caso di modifiche significative del contesto di riferimento o ritardi nell’attuazione degli interventi programmati.
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